Prodotto interno lordo

24 Ottobre 2019 1 di Makovec

Da qualche giorno, Banksy ha fatto tornare a parlare di sé. In un negozio alla periferia sud di Londra è stata allestita una vetrina con tutte le sue maggiori opere, potremmo dire in stile banskyano. Un luogo che si può vedere solo dall’esterno, con opere dello street artist che riproducono elementi presi già da altri contesti, ma anche nuovi elementi come cuscini, tappeti e scritte. La vetrina è stata nominata “Prodotto interno lordo”. All’interno della vetrina è possibile guardare anche un giubbotto antiproiettile indossato da Stormzy con la bandiera britannica raffigurata sopra, ma anche una culla sorvegliata da telecamere, una lapide su cui è scritto: “ora hai raggiunto la tua destinazione”. Ciò che ci vuole far vedere Bansky è un mondo completamente in vetrina. Oggetti, cose, elementi di denuncia, scritte lapidarie, citazioni di altri contesti sono messi tutti in uno stesso luogo che è possibile vedere solo dall’esterno, in cui non è possibile entrarci. Forse perché è un mondo governato da altri, un mondo che non stiamo decidendo, un mondo che dalla culla alla lapide è monodirezionale. Eppure, nella sua monodirezionalità, ecco che il mondo contemporaneo è sommerso da oggetti sia di uso quotidiano, sia di altri mondi che possiamo solo ascoltare da un telegiornale. Elementi come il camino, il vaso, i quadri e i divani ci danno il sentore di casa. Una casa decaduta, una casa infagottata di nobiltà antica ma che non ha più nulla da dire al mondo attuale. Accanto a tutto questo, poi, una scura su un ceppo, un aerei dipinti su un quadro in fiamme, la pelle di Tiger stesa a terra, dicono un mondo concentrato. Da una parte la guerra, dall’altra un oggetto da fattoria, dall’altra ancora uno dei maggiori sponsor inglesi di cereali. Tutti mondi che girano attorno a casa, mondi lontani che penetrano attraverso la televisione, su cui c’è il famoso bambino di Season’s Greatings, altra opera di Banksy. Tutto disposto in vetrina, tutto sviluppato dinanzi allo sguardo del passante che, anche solo per un momento, guarda mondi che si intrecciano, come anche la capacità critica dell’arte. Infatti, l’insieme di questi mondi permette a Banksy di criticare, appunto, il prodotto interno lordo, sia della Gran Bretagna, sia di ogni altra nazione. Un modo per calcolare la ricchezza di un Paese in base alla legge della produzione e del consumo. Un prodotto interno lordo che, soprattutto per Bansky, è quello di una Gran Bretagna che si prepara alla Brexit, che si accinge a sviluppare un proprio mercato al di fuori dell’Unione Europea, se questo potrà mai essere possibile. Ma ciò che sembra interessare a Bansky è la critica di un mondo che brucia, un mondo che sta andando in fiamme e che stiamo sempre meno scegliendo di abitare, noi poveri uomini e donne che rimaniamo a guardare dalla vetrina, che non abbiamo il coraggio di arrestare tutto questo.