Il concetto di militarizzazione, oltre l’esercito

Il concetto di militarizzazione, oltre l’esercito

18 Maggio 2025 2 di Makovec

Il concetto di militarizzazione è molto più ampio dei confini delle Forze Armate e della relazione fra spazio pubblico ed evento. Si tratta di un concetto politico, di un dispositivo di regolamentazione politica della dimensione pubblica. Scostandoci per qualche momento dal singolo evento del villaggio dell’esercito, proviamo ad espandere lo sguardo un po’ oltre. Infatti, la relazione fra esercito e militarizzazione non è la sola relazione possibile come non è neanche, forse, la più profonda. L’esercito, come tutte le forze armate, sono militari che scelgono, oggi senza alcun obbligo, di affrontare una speciale condizione di vita, di obbedienza alle gerarchie tranne in alcuni casi specifici come l’illegittimità dell’ordine o la commissione di reato secondo il Codice Militare (per approfondire guarda https://osservatorionomilscuola.com/). Tuttavia, la dimensione fondamentale dell’adesione alla vita militare è quella dell’obbedienza agli ordini e alle gerarchie, pena l’incorrere anche la reclusione fino ad un anno. Fino a quando questo dipende da chi sceglie volontariamente e in piena coscienza di aderire alle forze armate, può persino essere tollerabile. Ma quando questo disciplinamento diviene un dispositivo di potere e di governo delle persone, abbiamo l’emergere della militarizzazione come campo ben più ampio del semplice esercito. Oggi assistiamo a questo superamento della militarizzazione oltre i ranghi dell’esercito, oltre la scelta volontaria delle forze armate. La militarizzazione, ovvero il dispositivo di obbedienza fondante senza dubbi, senza critica, senza discernimento, inizia a diffondersi in altri ambienti dall’istruzione alla sicurezza, toccando, se vogliamo, anche gli ambienti ecclesiali. Militarizzazione è un dispositivo bio-politico, di controllo delle vite delle persone e della sfera pubblica, che spinge verso una obbedienza senza possibilità di critica, senza interrogarsi su cosa si riceva, senza chiedersi il perché di un comando. Dispositivo che rende asettica e priva di dialogo l’opinione pubblica, dividendola tutta per schieramenti, secondo una dicotomia fra amico e nemico. Ciò che conta, insomma, è l’obbedienza a gerarchie che non chiedono nessun parere, che non si fermano e non tollerano il fermarsi a pensare ma solo ad individuare gli alleati e i potenziali nemici. Si tratta di una riduzione alla militarizzazione non solo dello spazio pubblico ma anche della politica, dell’impegno, dell’educazione e della formazione. Un dispositivo di potere e di controllo che, travalicando la sfera delle forze armate, risulta essere più efficace sul piano della velocità ma molto meno su quello dell’umanità, il cui specifico non è eseguire ordini ma pensare.