Olivestone: il profumo del sacro

Olivestone: il profumo del sacro

8 Aprile 2020 0 di Makovec

Due anni prima della sua morte, l’artista tedesco Joseph Beuys partorisce una delle sue più celebri opere d’arte elaborata proprio in Italia. L’opera si chiama Olivestone e consiste in cinque vasche di pietra utilizzate nei frantoi per la decantazione dell’olio d’oliva. Si tratta di cinque blocchi di pietra in cui sono stati inseriti cinque blocchi di arenaria come riempimento, lasciando solo ai bordi un piccolo canaletto in cui scorre olio. A prima vista, paradossalmente, l’opera non colpisce per la visibilità quanto per il forte odore d’olio che promana. Soprattutto agli occhi di chi ha visto molte volte delle vasche di decantazione dell’olio perché proviene da zone in cui l’olio d’oliva è uno dei principali prodotti dell’agricoltura, le vasche di pietra sembrano più un oggetto quotidiano che una installazione d’arte. Eppure il forte odore di olio che promana dalle vasche fa riecheggiare ricordi e territori, stagioni e luoghi vissuti, spingendo quasi a rivivere quei ricordi. Un’opera d’arte, quindi, che paradossalmente emana un’aura di profumo e che acquista il suo senso proprio grazie al profumo. La pietra della vasca e del riempimento utilizzato da Beuys danno l’impressione di un’opera massiccia, che difficilmente può spostarsi dal luogo dove è stata posta. Eppure l’arte di queste vasche vive nell’aria, nella leggerezza del profumo dell’olio d’olivo, liquido che fa da raccordo quasi fra lo stato solido della roccia e lo stato aereo del profumo. E come se non bastasse a tutto questo si aggiunge anche la forma delle vasche, le quali assomigliano molto a dei sepolcri, a delle tombe posizionate nei diversi punti della stanza. Una forma, dunque, che rende ancora più misteriose le vasche dal momento che richiamano ad un aldilà, ad una trascendenza che, tuttavia, non puzza di morte ma profuma di olio. Elemento questo che acquista il suo significato nel senso etimologico di Olivestone. Da una parte infatti si può tradurre con olivo e pietra come richiamo del materiale delle vasche, dall’altra invece con nocciolo d’oliva. Da una parte due ingredienti che, messi insieme, generano un nuovo organismo, qualcosa che è possibile solo con la mano dell’essere umano. Dall’altra il nocciolo dell’ulivo da cui nasce una vita nuova. Una vasca per la raccolta dell’olio diviene una un sepolcro che spande un nuovo profumo, per una vita che sta per nascere. Una vita che viene intessuta sull’altare delle storie personali, come richiama la forma di Olivestone. Una forma che spande un profumo tanto antico e tanto nuovo, un profumo sacro.