L’hinterland e la percezione della città

L’hinterland e la percezione della città

20 Novembre 2022 1 di Makovec

Seppur si possa raggiungere, in auto, il centro di Milano dall’Idroscalo in soli trenta minuti, la Triste storia dei ragazzi di provincia ci parla di una distanza culturale e sociale molto più ampia. Un brano leggero de Il pagante del 2018 in cui si racconta del tragitto che fanno i ragazzi che abitano nella provincia meneghina per raggiungere il centro città. Se il ritmo e le parole non riguardano sicuramente la musica impegnata, tuttavia il testo lascia trasparire una interessante riflessione sulla percezione non solo di Milano ma di tutte quelle metropoli che sviluppano una pluralità di centri e una multiformità periferica che non riguarda solo i palazzoni delle case popolari ma un complesso hinterland fatto di vere e propria città, piccoli o medi paesi di provincia. Paesi medio-piccoli che celano una ambiguità di fondo. Da una parte hanno una loro amministrazione mentre dall’altra sono dipendenti dal Comune metropolitano di riferimento. La conformazione urbana delle metropoli ha dato vita ad una dipendenza ambigua al di là del rapporto fra centro e periferia. Infatti, se il rapporto centro-periferia riguarda ancora la sussistenza all’interno della stessa città e, di conseguenza, la comprensione e la percezione di sé come cittadino di quella determinata città, la considerazione dell’area metropolitana come centro di un vasto hinterland sviluppa una dipendenza dal centro urbano più grande e una periferizzazione non di alcuni quartieri della città, ma di interi paesi. E se questo vale per medio-piccoli paesi periferici riguardo al grande centro urbano metropolitano, vale ancora di più per quei quartieri periferici che sono nell’hinterland delle città metropolitane e che non si sentono parte della stessa città degli abitanti del centro. Da una parte, dunque, ritroviamo piccole o medie città che sentono di essere una periferia del centro urbano e dall’altra quartieri periferici che vivono una lontananza enorme dal centro urbano, tanto da non sentirsi parte della stessa città. L’hinterland metropolitano si caratterizza per questa ambiguità fra senso di autonomia delle periferie e periferizzazione delle piccole città. Tuttavia, se le trasformazioni urbane indicano una via via maggiore pluriformità dei centri, allora ci occorre riconsiderare e reinterpretare il legame fra centro singolo e periferia plurale. Ci occorre, insomma, rimettere in questione la forma urbana centro-periferia e la simbolica ad esso connessa. Una interpretazione che possa, in fin dei conti, colmare le distanze sociali più che riempire dei vuoti urbani. Non solo perché il centro sia sempre più raggiungibile dalla periferia, ma perché sia il centro che la periferia possano ricominciare a riconoscere una vicendevole complessità. E la percezione stessa dei ragazzi di provincia della canzone de Il Pagante possa essere quella di una prossimità sociale. Per iniziare a credere nelle storie a distanza.