La telemicroscopia politica ovvero pensare a breve termine

La telemicroscopia politica ovvero pensare a breve termine

14 Luglio 2019 0 di Makovec

Caro Amico, non so se hai sentito in questo tempo cosa stia succedendo a livello politico. Un grande movimento, una grande discussione, un grande dibattito in stile talk show, tenuto sempre a galla, sempre in una logica di botta e risposta. Tu mi diresti che questa è la politica, un continuo dialogo, un continuo dibattito. Hai ragione, ma io non ti ho parlato di dibattito o di dialogo perché la politica è tale, solo che quello a cui assistiamo oggi non è propriamente un dialogo. Infatti, il dialogo è unparola verso l’altra, il problema è che la parola rivolta all’altro è una parola ragionata, una parola di spessore. E lo spessore delle parole è dato dalla testimonianza di chi le dice ed è la testimonianza a dare autorità alle parole. Se ci fermassimo, anche solo per un secondo, a guardare e riflettere sulle innumerevoli parole che vengono dette, prima ancora di valutarne la risposta, allora ci accorgeremmo che non hanno nessun valore, soprattutto in politica. Sono tutte parole non dialogate o dialoganti ma tese verso una sollecitazione, la quale incita alla risposta. Allora, puoi notare anche tu come a reazione dinanzi alla maggior parte delle parole dette in politica è la stessa di quando la propria squadra del cuore segna un goal. Esultanza, delusione, ansia, ma nessuna prospettiva, nessuna progettualità. Un’altra caratteristica del dialogo o, meglio, la motivazione stessa di un dialogo è quello di risolvere un problema, di andare oltre un problema, di trovare gli snodi per migliorare, verso una progettualità che sia maggiormente incisiva. All’opposto del dialogo, lo slogannon permette di iniziare il dialogo stesso, per questo motivo abbiamo quella che definisco unatelemicroscopia politica. Dove la telemicroscopia riunisce in sé sia l’immagine del telescopio sia quella del microscopio. In realtà, il gioco della politica degli slogan è proprio nel porre questioni generali senza che vi sia un riscontro nel particolare. L’esempio più lampante di tutto questo è Prima gli italiani. Un motto dietro al quale si nascondono precise scelte politiche come quelle della revoca del permesso di soggiorno per aiuti umanitari per gli immigrati in Italia. Una scelta che ha comportato, insieme a tutte le altre, una nuova disoccupazione anche per gli italiani che lavoravano come mediatori culturali, o in cooperative di servizi per i migranti. Dietro un motto politico, dunque, ci può essere tutta la miopia di scelte di governo che non assicurano alcun futuro neanche a coloro a cui si rivolge. La tele microscopia politica, dunque, si nutre proprio di dichiarazioni incisive a livello comunicativo ma che, tradotte in prassi, indicano lo sfacelo di un governo. Eppure, penso che un giorno torneremo, mio caro Amico, a parlare di futuro e, quindi, a parlare di politica. Prima che sia troppo tardi.