Guida turistica scartata 2: Controcorrente
Tre traslochi in sei anni. Così recita uno degli ultimi post su Facebook della cooperativa Controcorrente S.O.S. di Bisceglie. Un progetto nato nel 2017 e che vede lavorare insieme ragazzi normoabili e ragazzi autistici. Un progetto che, nel 2017, ha vinto il Bando PIN per le Politiche Giovanili della Regione Puglia. Un progetto che è nato da una roulotte e che in sei anni non solo ha cambiato spazi traslocando, ma anche cambiato e dato vita ai luoghi in cui si è stabilito. Che sia l’aperta campagna, una vecchia struttura fra Trani e Bisceglie, un ex-maneggio su via Crosta nell’agro biscegliese, i protagonisti del progetto hanno tentato e tentano tutt’oggi di migliorare il luogo in cui si trovano, anche attraverso il loro lavoro. Seguendo la nostra ermeneutica dello scarto, dunque, possiamo registrare diversi livelli di interpretazione. Il primo riguarda la considerazione dell’altro non come adeguato ad uno standard lavorativo, per cui è dentro o fuori il sistema di lavoro, ma come un creatore e co-creatore di lavoro. Il motto dei fondatori di Controcorrente è: “Se il lavoro non c’è, te lo crei!”. Creazione di lavoro, ricreazione delle persone che lavorano, attraverso esperimenti e metodi differenti, dalla cucina alla cura dell’orto, dai migranti ai diversamente abili. Un primo livello di interpretazione degli scarti che riguarda, dunque, gli scartati in quanto persone, tutti coloro che vengono giudicati scartati dal lavoro o semplicemente scartati dall’ingresso in una comunità. Una considerazione di luoghi scartati in cui, rileggendo i luoghi e gli contesti territoriali, si tenta di risistemarli con coltivazione diretta o autocostruzione di tavoli, sedie, decoro. Luoghi scartati in quanto inutilizzati dalla produzione, riqualificati e diventati punti di riferimento per tante persone, dai bambini agli adulti, passando per i giovani. Un terzo livello che riguarda le iniziative culturali e sociali che animano l’estate biscegliese e che provocano riflessione, paradosso, ironia, denuncia sociale. Non solo un andare controcorrente ma essere controcorrente che, per la nostra Guida turistica scartata, vuol dire anche essere in una controcultura degli scartati.
A proposito degli scartati, leggendo il racconto di oggi, mi ha riportato alla mente una considerazione che feci molto tempo fa, quando, in condizioni di optare delle scelte e quindi di fare selezione; nelle ipotesi scartate diverse volte era presente quella che si rovelò la scelta giusta e che all’inizio non ero in grado di individuare. Mi é capitato da ragazzo nella scelta della ragazza con cui avere una relazione di coppia, mi é capitato nella scelta del lavoro prima di trovare quello definitivo. Questi sono fatti personali che dimostrano come nello scarto alcune volte ci sono elementi di soluzione. Ma il racconto di oggi ci parla di una società dello scarto. Eppure la nostra società, considerata avanzata, di un paese occidentale con regime democratico, dovrebbe avere insito in sé gli anticorpi per non commettere errori di scarto. Sin dalla tenera età, frequentiamo ambienti educativi e formativi in grado di individuare le lacune da colmare e di eliminare l’oggetto dello scarto, ma questo non accade. Non penso sia voluto, piuttosto il nostro sistema sociale ha alcune lacune che sono le stesse lacune del nostro sistema paese. E forse, non voglio essere cattivo, fanno anche parte del nostro sistema formativo.