
I Simpson e la militarizzazione
Per tornare sul concetto di militarizzazione come dispositivo di potere e di controllo dell’opinione pubblica (confronta https://osservatorionomilscuola.com/), ci piace rimandare ad una puntata dei Simpson intitolata Party Posse: musica e follia. Siamo nella Stagione 12 episodio 14 e Bart entra a far parte di una giovane boy band che, in maniera inaspettata, diventa famosa fra gli adolescenti. Ad un certo punto della loro nascente carriera si presenta un manager discografico che nota il talento e vuole aiutare i quattro ragazzi a diventare famosi, offrendo loro tutto il necessario. La giovane boy band si esibisce e inizia anche ad andare in televisione col nome di Party Posse. Una loro canzone raggiunge la celebrità diventando un vero e proprio tormentone dal titolo Yvan eht nioj. I quattro ragazzi sono su quattro rispettivi jet militari e parlano di guerra come di amore, fino a sganciare la bomba e lì dove esplodono ecco comparire tre ragazze arabo-indiane che ripetono costantemente “Yvan eht nioj”. La frase diviene un tormentone che riempie la testa anche se non vuol dire assolutamente nulla, però è orecchiabile. Il video, però, non convince Lisa che intravede la figura dello zio Sam, che compare in un’istante nel video. Prova ad ascoltare la canzone al contrario ed ecco che il ritornello suona “Join the navy”, “Arruolati in Marina”. Affacciandosi alla finestra, Lisa vede Otto, il giovane fricchettone, che si sta arruolando in marina, per un impulso a lui sconosciuto. L’episodio, allora, si manifesta come una denuncia sull’arruolamento nelle forze armate non attraverso la leva obbligatoria ma attraverso un sistema di persuasione, di convincimento, di privilegi, di celebrità che viene offerto dalla propaganda bellicista. Attraverso questo episodio di un cartone animato ormai storico come I Simpson, possiamo comprendere come la militarizzazione non riguardi solo l’esercito, le forze armate, la leva obbligatoria, ma tutto un complesso sistema di propaganda e di controllo che passa dall’educazione alla sicurezza, dall’influenza sull’opinione pubblica alla descrizione dell’eroismo militare. Un dispositivo che attraversa anche le nostre città nella misura in cui la sicurezza va di pari passo con la militarizzazione, con il presidio di forze armate, con la delega alle forze armate di tutta una dimensione di cittadinanza attiva, di sorveglianza e di impegno da parte di tutti. Dinanzi al vuoto delle idee, dinanzi al vuoto del pensiero critico e della fatica del pensare come dell’essere liberi, ecco che il dispositivo della militarizzazione ci rende la vita più facile, meno problematica, meno responsabile, meno partecipe, meno comunitaria, meno politica. Più obbediente e solitaria.