Il Signore degli anelli: la torre e il male

Il Signore degli anelli: la torre e il male

27 Novembre 2022 0 di Makovec

La serie televisiva Il Signore degli anelli: gli anelli del potere, prodotta da Amazon Prime Video ha risvegliato gli appassionati de Il Signore degli anelli e, in generale, del mondo fantasy venuto fuori dalla penna di John Ronald Reuel Tolkien (1982-1973). Un mondo popolato dalle creature più disparate della Terra di Mezzo. Una saga in cui Tolkien non solo desidera raccontare di un mondo inventato ma della condizione stessa dell’umanità, alle prese con il male. Tutte le creature che abitano la Terra di Mezzo e venute fuori dalla penna di Tolkien sono delle sfaccettature dell’essere umano in quanto abitante una terra di mezzo, una terra di pellegrinaggio, una terra in cui non esistono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma delle creature che cedono il passo al male o lottano per liberarsene. Se infatti il protagonista della saga fosse Il Signore degli anelli, ci accorgeremmo subito che esso è Sauron, ovvero l’oscuro signore, colui che forgia gli anelli del potere per dominare e corrompere tutte le creature. Eppure, non esiste un protagonista vero e proprio della saga, ma ogni creatura è chiamata alla sua lotta contro il male, la cui principale caratteristica è quella della corruzione. Si tratta, infatti, di una narrazione che non fa del male il protagonista ma della lotta contro il male il perno intorno a cui ruota tutta la saga. E il male non è Sauron, ma il suo anello, non la personificazione del male, ma una forza che trascina verso la corruzione. La genialità di Tolkien è l’aver attinto dalla spiritualità cristiana per raccontare non l’origine del male ma come esso agisca sulle varie sfaccettature della personalità. E, inoltre, la narrazione fantasy riprodotta prima per il grande e poi per il piccolo schermo, ci offre la possibilità non solo di vedere come il male agisce ma anche, in parallelo, ciò che esso produce e come si manifesta, legando l’antropologia con i territori della Terra di mezzo. Una Terra che vede l’avvicendarsi degli anni e delle ere, delle lotte e della pace, in cui tutto è in transizione, tutto è nel Mezzo, fra un ovest paradisiaco e un est infernale. Infatti, il male ha un suo territorio, una sua terra: Mordor. Pur agendo e spostandosi dappertutto, il male è localizzato e localizzabile. Sia nella serie televisiva sia nella saga del Signore degli anelli, come anche nel preludio de Lo Hobbit, il male è ciò che si insinua, ciò che striscia e che, in un certo momento, si manifesta. Un male che avvelena, corrompe, degrada la vita, fino a trasformare il territorio in rovine e deserto. La terra di Mordor, l’epicentro del male, è sostanzialmente un luogo di deserto. Un luogo dove campeggia il monte Fato, un vulcano continuamente in eruzione e che, attraverso lapilli, lava, zolfo, esalazioni rende sterile la terra. La sola costruzione imperiosa e circondata da monti acuminati è la torre di Barad dur, il luogo su cui campeggia l’occhio di Sauron. L’architettura del male è la torre che controlla il deserto e la desolazione intorno. Simbolo che, probabilmente, Tolkien riprende da Babele e che si manifesterà ancora più nel secondo libro della trilogia de Il Signore degli anelli: Le due torri. Da una parte la torre di Barad dur dove si trova Sauron e dall’altra la torre di Orthanc ad Isengard, la fortezza di Saruman, lo stregone bianco corrotto dal potere del male. Ed anche Saruman, per portare avanti la guerra al fianco di Sauron contro gli esseri umani, brucerà la foresta di Fangorn intorno ad Isengard. Le due torri sono il simbolo architettonico del tentativo di conquista che provoca desolazione. Una manifestazione di ciò che, nella tradizione cristiana, viene riferito al peccato come corruzione da parte del male. La torre di Babele, infatti, sembra essere la sintesi biblica di Barad dur e di Orthanc, in cui nella misura in cui si cerca di conquistare la dimensione verticale si distrugge la dimensione orizzontale. Una sintesi architettonica che diviene una prima sintesi filosofica e teologica del male nel mondo di Tolkien, come anche dentro ciascuno di noi.