
Oratori: punti di forza e debolezza
Una delle attività sociali più importanti delle parrocchie, in estate, sono certamente gli Oratori. Pubblico i risultati di un piccolo report svolto sulle attività oratoriali del 2021, ancora valido per la linea di ricerca sull’impatto sociale e politico delle parrocchie nel mondo contemporaneo.
Punti di forza
Cercando di proporre una piccola sintesi sui punti forza degli oratori parrocchiali, per prima cosa non possiamo che citare la complessità della situazione e della organizzazione. Saper gestire la complessità dei differenti momenti richiede impegno e lungimiranza, caratteristiche che i giovani adulti e i giovani viceparroci delle comunità parrocchiali hanno dimostrato di possedere. Sono doti che nascono da una complicità che cresce nel tempo e che non si può improvvisare al momento, rivendicando ruoli e impartendo comandi dall’alto. Un Oratorio, dunque, non parte dalla organizzazione immediata, ma da un lungo processo di complicità e, qualche volta, anche di profonda amicizia fra giovani viceparroci e giovani laici della comunità. È questo che permette anche all’attività di oratorio di strutturarsi in maniera salda, nella consapevolezza dei compiti di ciascuno e della vocazione educativa che i giovanissimi e i giovani delle comunità dimostrano nei confronti dei più piccoli. Strutture salde quando i compiti sono chiari, ma che diventano ancora più salde quando sono partecipate dal contributo, dal carattere, dalle propensioni e dalle qualità di ciascuno. In questo senso, le strutture oratoriali, dai temi ai tempi passando per la scelta delle varie attività, diventano un punto di forza trasformativo di tutta la comunità, nei suoi componenti. Far pensare ai giovanissimi il tema, renderli protagonisti e responsabili del loro compito educativo permette all’esperienza estiva di essere un momento formativo anche per gli educatori stessi, riuscendo anche ad innescare un processo di potenziamento comunitario, fra i membri della comunità e fra gli stessi gruppi.
Punti di debolezza
Uno dei maggiori punti di debolezza delle esperienze oratoriali è quella della partecipazione, quasi esclusiva, di bambini e bambine delle fasce elementari. Seppur, in alcuni casi, abbiamo registrato una apertura alle scuole medie, registriamo una partecipazione massima del primo o secondo anno delle medie, ma solo in rari casi. Questa debolezza può essere letta sia come un disinteresse delle fasce medie nella partecipazione all’Oratorio, sia come una interesse delle attività oratoriali incentrato maggiormente sulle fasce elementari. Sembra, dunque, che le attività oratoriali siano pensate per i bambini delle scuole elementari, mentre risulta più difficile pensare ad attività o a contenuti che rispecchino le attese delle fasce medie. Un altro ulteriore segno di debolezza è stato quello di pensare il tema quasi esclusivamente con i giovani adulti della comunità, tralasciando una effettiva partecipazione dei giovanissimi ai processi decisionali, affidando loro la parte di meri esecutori di qualcosa scelta da altri. infine, un ulteriore elemento di debolezza è stato quello della persecuzione di tematiche provenienti da contesti esterni ai percorsi parrocchiali e agli orientamenti diocesani. Ovviamente, sappiamo tutti come i percorsi parrocchiali e gli orientamenti diocesani non sono vincolanti nelle scelte di tutte le attività possibili, ma la debolezza è nella percezione dell’Oratorio come un momento a parte, che non riguarda la pastorale ordinaria delle comunità parrocchiali, come anche di un Oratorio staccato dal contesto diocesano, visto ancora come lontano dalla fattività della realtà parrocchiale di riferimento.
Oratorio e’ importantissimo. Ha formato generazioni passate. Un suggerimento. Tra i temi da trattare per i giovani adolescenti: l’educazione ai sentimenti e soprattutto al sentimento amoroso. Per spiegare l’amore verso l’altra persona.