Gregotti: lo ZEN ovvero l’arte di progettare

Gregotti: lo ZEN ovvero l’arte di progettare

16 Aprile 2020 0 di Makovec

Ad un mese dalla scomparsa del celebre architetto Vittorio Gregotti, vogliamo ricordarlo con una delle sue architetture più famose e rappresentative del suo pensiero. Vittorio Gregotti, infatti, non è solo un architetto ma anche uno dei maggiori intellettuali del Novecento, scomparso lo scorso mese per una polmonite da Covid-19, all’età di 92 anni. Il progetto che presentiamo è il quartiere ZEN (Zona Espansione Nord) di Palermo. Progetto che ha riguardato la zona di espansione della città di Palermo nel Piano Urbanistico del 1962. Progetto non senza significato sia per Palermo sia in quanto termine stesso. Infatti, lo ZEN di Palermo disegnato da Gregotti presenta un richiamo evidente alla città stessa e all’architettura mediterranea. In linea con l’espansione della città nella zona nord, lungo l’asse seicentesco di via Maqueda, il disegno del quartiere è caratterizzato da isolati di case disposti in maniera rettangolare secondo un ordine per cui ogni la lunghezza di ogni isolato è il doppio della sua larghezza. Un quartiere di espansione frutto di una ratio, di una bellezza ordinata e coordinata con il resto della città. In fondo, per Gregotti questo è il progetto stesso, ovvero dare forma al caos. Ciò che Gregotti intende come progetto è una fenomenologia della forma in grado di rendere visibile ciò che prima non c’era ma che, al tempo stesso, era ed è possibile. Il possibile necessario, come Gregotti chiama la progettualità nei suoi libri. E la forma progettuale, secondo Gregotti, non è semplicemente il capriccio dell’architetto di turno, ma lo sviluppo della storia e della cultura del territorio nel territorio stesso. infatti, lo ZEN di Palermo contiene forti richiami alla città mediterranea, alle sue fortificazioni, alle sue strade strette, al suo sviluppo entro cortili a cielo aperto, dove svolgere la maggior parte della vita. E a tutto questo Gregotti aggiunge un punto di incontro, ancora difficile da incontrare nelle nostre periferie, ma che richiama la vita stessa delle città del Mediterraneo, con i loro punti di incontro, di confronto, di scontro. Ciò che ha cercato di fare Gregotti allo ZEN di Palermo, come in tutti i suoi progetti, è ciò che è insito nell’idea stessa di progettualità dell’architetto ovvero rendere visibile ciò che la cultura di un luogo esprime, per non cedere neanche di un passo al caos e all’oblio.