Controcorrente

Controcorrente

24 Settembre 2019 1 di Makovec

Sommersi da un insieme di persone, da un torrente di volti orribili e smunti. Questa è la prima impressione che ci dà Edward Munch nella sua Passeggiata su viale Karl Jhoan. Più che una passeggiata è un coacervo di persone che si affacciano sulla nostra vista, quasi chiedendo di entrare. Premendo quasi con violenza ai nostri occhi. Ciò che ci permette di sopravvivere a questo torrente in piena è la figura oscura che si distanzia dalla folla. Una figura che, a ben guardare, si sottrae dai volti che ci sono dinanzi a noi per volgersi da un’altra parte, controcorrente. Una figura in cui possiamo riconoscere l’artista stesso come anche ciascuno di noi, perché l’andare controcorrente non è un capriccio, ma una postura del nostro stesso essere. Andare controcorrente, infatti, significa inceppare un meccanismo, porre una distanza non solo dagli altri ma dall’istintività che ci travolge. L’andare controcorrente è quell’errare contro un meccanismo, contro ciò che è accovacciato alla nostra porta, contro quell’istinto che ci porta anche ad uccidere il nostro fratello. Perché Caino e Abele convivono in noi e ogni giorno scegliamo di essere o uno o l’altro nella misura in cui spezziamo un meccanismo, inceppiamo un sistema di odio, rancore e indifferenza. Per creare un nuovo modo di vedere le cose. Quand’è stata l’ultima volta che sono andato controcorrente?