Periferie e promozione della dignità umana

Periferie e promozione della dignità umana

28 Settembre 2025 2 di Makovec

La spiritualità fondata nel carisma della Congregazione, come la spiritualità di ogni cristiano, può essere letta come una promozione di tutto ciò che c’è di profondamente umano dentro di noi. Una lettura di tal genere, possiamo ben comprendere, si discosta dalle ripetitività delle pratiche religiose spesso assimilate alla spiritualità fino ad assorbirla completamente. In altri termini, man mano nel corso della storia, possiamo notare come la spiritualità si stia rifugiando in pratiche religiose e non più in una promozione umana o in una capacità di collaborare con altre persone e costruire luoghi degni della convivenza fra tutte le persone. Ci ha ricordato papa Francesco nella Laudato si’:

149. È provato inoltre che l’estrema penuria che si vive in alcuni ambienti privi di armonia, ampiezza e possibilità d’integrazione, facilita il sorgere di comportamenti disumani e la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali. Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l’esperienza quotidiana di passare dall’affollamento all’anonimato sociale che si vive nelle grandi città, può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza. Tuttavia mi preme ribadire che l’amore è più forte. Tante persone, in queste condizioni, sono capaci di tessere legami di appartenenza e di convivenza che trasformano l’affollamento in un’esperienza comunitaria in cui si infrangono le pareti dell’io e si superano le barriere dell’egoismo. Questa esperienza di salvezza comunitaria è ciò che spesso suscita reazioni creative per migliorare un edificio o un quartiere.

150. Data l’interrelazione tra gli spazi urbani e il comportamento umano, coloro che progettano edifici, quartieri, spazi pubblici e città, hanno bisogno del contributo di diverse discipline che permettano di comprendere i processi, il simbolismo e i comportamenti delle persone. Non basta la ricerca della bellezza nel progetto, perché ha ancora più valore servire un altro tipo di bellezza: la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l’ambiente, l’incontro e l’aiuto reciproco. Anche per questo è tanto importante che il punto di vista degli abitanti del luogo contribuisca sempre all’analisi della pianificazione urbanistica.

151. È necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce. È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino un tutto che è percepito dagli abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si può percepire come parte di un “noi” che costruiamo insieme. Per questa stessa ragione, sia nell’ambiente urbano sia in quello rurale, è opportuno preservare alcuni spazi nei quali si evitino interventi umani che li modifichino continuamente.[1]

Da questa prospettiva di una educazione che promuova la dignità dell’essere umano come promozione delle sue forze spirituali e legata alla spiritualità cristiana, un ruolo centrale viene assunto dalle comunità locali. Dalle parole di Adriano Olivetti fino a quelle di papa Francesco, scorre come un fiume carsico l’importanza della comunità locale come accadimento dello Spirito, come luogo in cui mettere in pratica la dimensione spirituali nei contesti di riferimento, nelle povertà che incontriamo, specifiche e concrete. Non c’è un’azione individuale che possa rimuovere le povertà, né semplicemente l’attesa delle gerarchie o delle istituzioni. Un ruolo fondamentale assume la comunità locale che, all’interno dei tessuti cittadini, è consapevole delle povertà di un territorio ma anche delle sue risorse, del potenziale sociale (o capitale sociale per dirla con il sociologo Robert Sampson in riferimento ai quartieri). E il tutto racchiuso in un grande arco che possiamo chiamare spiritualità che va dalle pratiche della preghiera alla promozione della dignità umana.


[1] LS 149-151.